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Domenica 19 maggio Alpinismo giovanile

Si va alla riserva di Torricchio, e infatti arriviamo in quel di Capodacqua e indovina che fa a Capodacqua?Piove, e te pareva, decidiamo di andare a Visso e farci un giro in paese.

Esce un po di sole e saliamo al castello che sta sopra il centro abitato. Saliamo per un bel sentiero che stando alle informazioni che abbiamo, parrebbe arrivare all’eremo di Macereto. Visitiamo il castello, il sole è uscito e scalda l’aria, siamo arrivati a mezzogiorno e facciamo una pausa. Si decide poi visto che c’è il sole di ritornare a Torricchio e provare a salire lungo la valle.

Appena giunti a Torricchio arpiove, si parte lo stesso sperando nell’arrivo del bel tempo. Saliamo lungo la valle che è veramente spettacolare, stretta e inforrata come deve essere una gola calcarea, ed è veramente interessante dal punto di vista naturalistico. Ci sono una grande varietà di licheni e animali selvatici, fioritura multicolore e il sentiero non è faticoso.

Una gita adatta a tutti e velocemente arriviamo al casale che segna la metà valle. Ora però si è fatto un po tardi e decidiamo dopo una breve sosta per mangiare, di ritornare alle auto. Per fortuna a smesso di piovere e la temperatura dell’aria è buona, i ragazzi erano partiti un po’ demotivati, ma ora se la fanno tutta d’un fiato e sono molto più allegri.

In conclusione dopo tre anni che saltava l’uscita della riserva ci siamo riusciti a farla e ne valeva la pena.

 

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Monte Strega trekking in mezzo alle nuvole

Come sempre ci incontriamo a Piazzale Matteotti, siamo un bel gruppo e ci sono una decina di baldi giovani che sono impazienti di partire. Riempiamo le macchine e si parte, direzione Sassoferrato. Lasciamo una macchina per la spola e saliamo al rifugio Stella, ormai non più in uso che è veramente un peccato.

Ci raduniamo intorno ad un tavolo e Massimo tiene una breve lezione di cartografia per i ragazzi e anche per gli adulti che vogliono saperne di più.  Zaino in spalla e iniziamo a salire, prima su carrareccia non ripida ma molto panoramica, con una bella vista sul monte Catria. La marcia è veloce e come da programma si arriva alla prima tappa, quella della merenda, ci adagiamo su un prato che interrompe per un tratto la cresta della Leccia. A pancia piena si riparte, questa volta attacchiamo un bel sentiero che segue il lato della cresta Monte Strega. Questa volta a guidare il gruppo sono i ragazzi, seguiti dagli accompagnatori e dai grandi, c’è vento ma la giornata è calda e le nuvole che stanno all’orizzonte non sono così minacciose come sembravano alla partenza.

Arriviamo in vetta proprio sotto la Croce in metallo caratteristica di questa Montagna, i ragazzi sono felici e anche noi ci siamo divertiti durante questa salita, è il momento delle foto di rito. Il vento fa volare via alcuni indumenti, è il segnale che dobbiamo ripartire per Montelago. Di nuovo i ragazzi in testa al gruppo, si scende lungo le ripide creste fino ad un incrocio, dove una volta c’erano delle tabelle dei sentieri CAI, ora sono a terra. Abbiamo difficoltà a trovare l’inizio del sentiero e ci impieghiamo alcuni minuti per trovare il primo segno biancorosso, ma poi giù in discesa in mezzo al bosco. Il sentiero è ripido e le recenti piogge hanno reso il terreno viscido e la marcia è difficoltosa.

Naturalmente i ragazzi vanno a velocità doppia dei grandi e la fila si allunga, ma alla fine ci ritroviamo all’uscita del bosco su un bel prato assolato. Il tempo di arrivare e i giovani ripartono e noi vecchietti arranchiamo ma non demordiamo, si riparte. Ci infiliamo di nuovo nel bosco, anche qui la segnaletica non ci aiuta, ma il sentiero è ben evidente, in breve si arriva all’asfalto. Ora ci aspetta l’ultima sfida quella col piatto di tagliatelle e non sarà facile. Non faremo prigionieri e all’insistenza del bis i gestori del locale ci portano una serie di taglieri pieni di dolciumi fatti in casa, eccheproblema c’è, abbiamo camminato.

Riassuntino della giornata, i ragazzi stanno formando il gruppo e i risultati si vedono, si divertono di più e vanno anche di più, il lavoro per noi accompagnatori diventa più stimolante e si potranno fare anche escursioni più impegnative. A presto.

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Uscita speleo AG Fabriano

E’ domenica 7 aprile, ci troviamo come sempre a piazzale Matteotti Fabriano. Questa volta si va in grotta e con dispiacere  abbiamo dovuto dire di no a una ventina di persone,  perché il consorzio di Frasassi non ci permetteva l’ingresso alle grotte con un gruppo più numeroso  di 16 persone.

Dopo la distribuzione dei materiali entriamo in grotta, i ragazzi sono carichi e anche i genitori che ci seguono mi sembrano pronti. Con noi ci sono anche degli scout, bene si entra. Appena scesi dalla passerella i ragazzi sono avanti a tutti, io chiudo il gruppo con i grandi, procediamo spediti e il fango non ci mette paura.

Su e giù per le condotte attraversiamo sale e salette, ci arrampichiamo, scendiamo tutto ok, il tempo vola e si arriva alla pausa merenda. Svuotiamo gli zaini ce lo meritiamo, ripartiamo per infilarci in qualche strettoia, i ragazzi non temono nulla e sgusciano fuori alla grande, i genitori lottano con le rocce, alla fine anche loro se la cavano bene.

Così si arriva al termine dell’escursione e belli infangati usciamo dalla grotta. Qualcuno torna a casa, i più temerari invece affrontano l’ultima sfida, quella col menù turistico del ristorante. Anche qui nessun prigioniero. Ci siamo ripromessi di organizzare un’altra uscita in grotta per chi non è potuto venire,
a presto.

 

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Uscita su neve A Monte Cucco il 03/03/2013

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Come si evince dal titolo dell’articolo, siamo andati a camminare su neve. Ci troviamo come sempre a Piazzale Matteotti, oramai classico punto d’incontro per le partenze CAI. Ci raggruppiamo un po’ lentamente, ma alla fine si sale in macchina e via si parte.

La giornata è da incorniciare sole primaverile cielo terzo e un’allegra compagnia di ben sedici persone. Abbiamo anche lo “straniero”, il papà di un ragazzo che è Irlandese. Arrivati a Pian di Monte, ci mettiamo le ghette, gli scarponcini e si parte.

Dritti per dritti come si dice dalle parti nostre, ci dirigiamo verso la salita incuranti della fatica, i ragazzi in testa i grandi dietro io chiudo il gruppo. Marcello insegna la tecnica di salita ai ragazzi, come si cambia direzione con i bastoncini, i genitori si difendono, ma i giovani ne hanno di più e li staccano. Il sole ci riscalda ed escono fuori dagli zaini le prime creme solari, ancora sporche di sabbia marina.

Il silenzio è rotto solo dai lamenti di quelli che la sera precedente hanno fatto le ore piccole, c’è un’atmosfera ottima non c’è vento e ci fermiamo per togliere i giacchetti. Siamo in vista della Croce del Cucco, ma decidiamo di fare la pausa merenda su una chiazza d’erba provvidenziale.

Arriviamo alla Croce completamente congelata, uno spettacolo, il panorama da lassù è eccezionale si vedono i Sibillini,  S. Vicino, il Subasio, il Terminillo, l’Amiata ecc. nei nostri programmi c’era l’idea di fare un canale innevato ma la neve è molto ghiacciata,  decidiamo di salire in vetta. Si riparte e di buon passo si arriva in cima al Cucco, i ragazzi procedono in cordata con il cane di Luca.

Da quassù il panorama è ancora più bello di prima e si vedono anche le montagne del versante Pesarese, Catria e Nerone. In cima c’è anche una crestina di neve gelata abbastanza insidiosa. Dopo le foto di rito iniziamo la discesa, i ragazzi sono scatenati e si gettano a capofitto sulla neve, non si dovrebbe fare (ed io non lo dovrei scrivere), ma la pendenza è poca e non ci son problemi.

Scendiamo fino alla strada che porta alla grotta e da qui si procede speditamente verso la zona decollo, in mezzo ad una pioggia di palle di neve. Siamo alle macchine per l’una ci cambiamo e saliamo a bordo per il rientro. Arrivati a Fabriano ci congediamo ricordando ai ragazzi che la prossima uscita sarà in grotta, con l’idea di ritornare al Cucco.

Non sarà possibile, non sono riuscito ad avere la disponibilità per l’ingresso, sarà Frasassi. Una bella giornata, tempo spettacolare  gruppo pure, la prossima volta speriamo che siano aperti i ristoranti del Cucco che ci scappa pure la “magnata”.