Itinerario: Pascelupo, Coldipeccio, Pian di Rolla, Valle delle Prigioni, Pascelupo.
SENTIERI: strada s.n., 232(6), b.233 (7), b.233 (7)-b.283 (27), 279 (22), 231 (5), b.231b (5b), b.231b (5b), 296 (46)
Tipologia: A, Difficoltà: E, Impegno: M, Tempo: 3.00, Km: 10.3, Ascesa: 570 m
L’itinerario inizia dall’abitato di Pascelupo, s.n., dove si lascia l’auto e si continua su asfalto in direzione di Coldipeccio voltando sempre a sx, finché non si incontra il segnavia dal quale si segue il 232 (6) direzione Pian di Rolla. (1,2,3,4,5,6)
L’evidente sentiero va in lieve salita con un avvicendarsi di radure e zone cespugliate composte di aceri, prugnolo, rosa canina e biancospino. Durante la salita si incontrano sedimenti di roccia calcarea che rende particolare il percorso. (7,8,9,10,11,12)
Al bivio con il 233 (7), che sale sulla dx, si continua diritti con il 232 (6) fino ad arrivare alla Fonte il Giglio. Proseguendo si raggiunge il bivio con il b.279 (22) che si deve superare e procedere fino alla sella erbosa di Pian di Rolla, b.233 (7)-b283 (27), alla base della cima del M. Motette, che mette in comunicazione Pascelupo con Calcara e Scheggia. (13,14,15,16,17,18,19)
Qui si apre un bel panorama sulla Valle delle Prigioni che inizia a manifestarsi in tutta la sua bellezza. (20,21,22,23)
Ritornare con il 232 (6) al vicino bivio precedente e prendere sulla dx il 279 (22) scendendo facendo attenzione ai segnavia. (24)
A circa metà valle si continua a scendere superando due guadi con immediata risalita su entrambi. (25,26,27,28,29,30)
Alla seconda ascesa, quando si è arrivati quasi all’apice, andare a sx dove si inizia subito a ridiscendere. (31,32)
In questa occasione c’erano molti, grandi faggi sradicati che hanno creato alcuni problemi per individuare il sentiero e per superare le piante, rendendo ancora più austera ed “inespugnabile” la Valle delle Prigioni.(33,34)
Continuando a scendere si ritrova il tracciato normale avvolti da una vegetazione rigogliosa ricca, di salici, pioppi, noccioli ed edera, camminando nel letto del Rio Freddo in questo tratto ormai in secca in quanto prosciugato dalle prese d’acqua che alimentano le abitazioni della zona che poco si incontrano più avanti. (35)
Il 279 (22) si immette nel 231 (5) che scende a Pascelupo. (36)
In questo luogo la presenza umana si avverte dai resti delle antiche carbonaie e dai muretti delle condotte d’acqua. (37,38,39).
Attraversato il guado si costeggia il Rio Freddo fino ad arrivare alla “Scarpa del Diavolo “ un curioso ed enorme masso roccioso, inclinato, che sovrasta lo stretto passaggio. (40,41,42,43,44,)
La forra a V è l’effetto dell’erosione dell’acqua del torrente che scava con un tale impeto da plasmare cavità alternando cascatelle e pozze d’acqua circondate da pareti rocciose che danno particolari sensazioni. (45,46,47,48,49,50,51,52,53,54)
Il suo nome gli fu attribuito dagli eremiti che vivevano nel vicino S. Girolamo per molto tempo abbandonato e poi, in tempi recenti, ripristinato. Il termine “prigione” deriva dal latino “prehensio”, che significa l’azione di catturare il corpo con l’anima che si abbandona alla contemplazione della natura favorendo un maggior equilibrio interiore.