Itinerario: Piaggiasecca, Sturo della Piscia, San Felice, Piaggiasecca
SENTIERI: 136B, 136C, s.n., 136C
Tipologia: A, Difficoltà: T-E, Impegno: B-M, Tempo: 2.00, Km: 7.3, Ascesa: 370 m
Partenza da Piaggiasecca, borgo che alcuni paesani hanno trasformato in un piccolo museo del mondo contadino all’aperto. (1,2,3)
Oltrepassata la sbarra salire verso sx, s.136B, ed all’edicola andare verso dx, s.136C. (4,5,6,7,8,9)
Dopo una breve discesa si incontra un bivio; a sx continua il s.136C che va lasciato per prendere la sterrata che scende verso dx, s.n., per fonte Fontecelle. (10,11)
Seguire le indicazioni e continuare sulla carrareccia nel bosco fino a quando, ben nascosta, si scorgerà una bella e suggestiva cascata: lo Sturo della Piscia. (12,13,14,15).
Un salto naturale di più di 15 metri del torrente omonimo che nasce dalle falde tra il Monte lo Spicchio e Monte la Croce. (15,16,17,18,19, 20,21).
L’acqua si disperde in mille rivoli e miliardi di goccioline che scorrono sul muschio depositandosi con gli anni sulla roccia formando una notevole concrezione calcarea simile al travertino. (22,23)
Dopo la piacevole sosta si continua a scendere attraversando e poi costeggiando il torrente. (24,25,26,27).
In breve il sentiero diventa carrareccia da percorrere fino ad arrivare alla strada asfaltata. Andare verso sx ed entrare a San Felice. (28,29,30)
Il paese anticamente era fornito di una torre di vedetta ora scomparsa, resiste soltanto il toponimo ” La Torre “. La sua chiesa, dedicata al santo da cui prende il nome, è stata costruita in bella posizione, isolata su di un colle a ridosso della vallata sottostante. (31,32)
Oltrepassato il paese fino alle ultime case tornare sulla carrareccia ed andare verso sx, s.136C. (33,34,35)
Lungo la strada, dapprima in salita, abbondano le felci come la Cedracca (Ceterach Officinarum ) o Erba Ruggine o Erba Spaccapietra perchè crescendo tra le pietre le frantuma lentamente; in tempi antichi si credeva che la Cedracca avesse il potere di far uscire dal corpo il dolore, evitava le disgrazie e veniva usata per imbottire i cuscini. (36,37,38)
Poi la Felce Dolce (Polypodium Vulgare ) o falsa liquirizia; il nome deriva dal greco polys (molti ) e pòdos ( piede ) forse per la somiglianza dei lobi della fronda a tanti piedi e dita.
Continuando la carrareccia diventa un bel sentiero nel bosco di faggi. Superata una bella fonte sulla dx si ritorna sul sentiero percorso all’andata fino a Piaggiasecca. (39,40,41,42,43,44,45,46)