Itinerario: Paterno, Campolungo, Sasso Corvo, Monte Vernale, Serrone delle Pianacce, S. Verecondo, Paterno
SENTIERI: 128, b.128A, b.128C, 128B.
Tipologia: A, Difficoltà: E, Impegno: M, Tempo: 3.00, Km: 10.4, Ascesa: 690 m
L’itinerario inizia a Paterno parcheggiando l’auto nel campetto di pallone. Il luogo è ben riconoscibile perché si trova vicino alla vecchia fonte con lavatoio ed un’edicola dedicata al Beato Giovanni dal Bastone, nato in questo paesino ed uno dei primi discepoli di S. Silvestro.
Si prende la strada asfaltata, che conduce verso monte, riconoscibile da un palo della luce con segnavia s.128. (1,2,3)
Dopo circa 300 metri, quando la strada diventa bianca e le case del paese sono ormai alle spalle, si volta a sx costeggiando Campolungo (toponimo dato per il campo che si inoltra nel bosco) incontrando in breve successione un primo bivio da prendere a sx ed un secondo a dx. (4,5,6)
La stradina, dal fondo di pietre rosse, inizia a salire fin quando si arriva ad una biforcazione che sale da Campolungo continuando a sx sulla stessa strada; in breve si giunge a un ampio incrocio dove si va a dx. (7,8)
La sterrata supera un falsopiano finché dopo un’ampia curva si riprende a salire; si attraversano i tornanti rocciosi di Sassocorvo fino ad uscire dal bosco di macchia mediterranea ad incontrare un bivio ben segnalato dove si volta a sx. (9,10,11)
Continuare salendo per breve tratto in un bosco orno-ostrieto che conduce ad un bivio dove si prosegue a dx (a sx si arriva alla frazione di Collamato). (12,13)
In breve successione si raggiunge un altro bivio che consigliamo di prendere a dx, anche se entrambe le sterrate portano alla conca erbosa tra il M. Sasso Corvo e M. Vernale . (14)
Salire a sx verso la sommità di quest’ultimo con il s.128B. (15,16,17)
Dalla cima si apre un bel panorama: a Sud i M. Sibillini, a Est la “Sinclinale Camertina” chiusa dalla Dorsale Marchigiana che culmina con il Monte S. Vicino, verso Nord la Gola di Frasassi e della Rossa fino a Fabriano, a Ovest verso la Dorsale Umbro-Marchigiana si eleva la triade dei Monti Strega, Catria, Cucco, a Sud Ovest i Monti di Serrasanta e Pennino.
Si ritorna alla conca erbosa riprendendo la sterrata lasciata pocanzi; voltando a dx, si arriva così alle pendici del M. Grilli ed al bivio si volta ancora a dx finché dopo un palo con segnavia, prima di entrare nella macchia, si volta a dx dove la strada inizia a scendere. (18,19,20,21)
Finita la discesa si incontra una carrareccia da prendere sulla sx che, in leggera salita, attraversa una pineta uscendo sul prato di M. Alto. (22,23,24)
Inizialmente la sterrata è poco evidente sul prato fino a ritornare ad essere una carrareccia che si inoltra tra roverelle per uscire poi sul prato dove un’ampia curva costeggia il lato dx del pascolo e rientra nella vegetazione. (25,26,27)
Prima di rientrare tra gli arbusteti si supera il b.128C che conduce a Capretta; questa zona è chiamata il Serrone delle Pianacce. (28,29,30)
Seguendo sempre il s.128 al primo bivio si continua a dx; poi si superano alcuni sali scendi con delle piccole insellature, alternando prato a vegetazione. (31,32)
Prima di raggiungere una collinetta si incontra un secondo bivio dove si volta a sx; si rientra in una zona di macchia mediterranea ed in breve si raggiunge un bivio da prendere a dx (quello a sx va ad Attiggio). (33,34)
Si sale per circa 400 metri fino ad arrivare all’eremo di S. Verecondo.
Il piccolo complesso religioso, edificato intorno al 1100, fu affiancato da un monastero andato in rovina nel 1364. Dalla seconda metà del XVIII secolo fu abitazione eremitica, vi dimorarono gli eremiti extravagantes un gruppo religioso autonomo soppresso intorno 1820 dal Vescovo di Fabriano. Nel 1838 fu parzialmente demolita una parte del piccolo eremo. La chiesetta, molto semplice, custodiva un prezioso trittico del XIV secolo raffigurante la Madonna con Bambino tra San Agostino e San Verecondo, ora al sicuro presso la pinacoteca civica di Fabriano; opera di un non identificato Maestro di S. Verecondo ritenuto importante per avere avuto un ruolo di rilievo nella prima formazione artistica di Gentile da Fabriano. (35,36)
Scendere lungo la stradina, tralasciando le scorciatoie; dopo circa 300 metri si arriva ad un incrocio e si volta a sx (a dx si ritorna al s.128C); ad un altro incrocio, b.128A, continuare a dx dove ci sono alcuni tornanti che attraversano un rimboschimento di pini; arrivati all’ultimo bivio prendere a sx e quindi a Paterno. (37,38,39,40)