Itinerario: Campodonico, Fosso delle Rotelle, Monte Giuoco del Pallone, Trofigno, Campodonico
SENTIERI: 120, 120A, b.120B, 120, b.120E, b.120B-C-E, b.120A
Tipologia: A, Difficoltà: E, Impegno: M, Tempo: 3.40, Km: 11.4, Ascesa: 730 m
L’itinerario inizia dal parcheggio dell’Hotel Pineta di Campodonico e segue, in parte, il 120 che descrive un anello passando per l’Abbazia di San Biagio in Caprile antico monastero benedettino.
Il nome Caprile è dovuto all’esistenza, in questa zona, di numerose stalle di capre.
L’Abbazia risale al 1030 circa, dei conti di Nocera e Gualdo che in quel periodo governavano la valle di Salmaregia. Fu costruita prevalentemente con pietra calcarea del luogo che ancora oggi gli dona un’aria austera ed essenziale dialogando in modo raffinato con lo scenario del paesaggio circostante. Nel XV secolo iniziò la sua decadenza culminata nell’incendio del 1443 che la distrusse insieme all’archivio. Passò di proprietà alla Congregazione Silvestrina, nel 1665 fu elevata ad Abbazia Titolare e nel 1810 venduta a privati. Qui erano presenti i famosi affreschi dell’anonimo detto Maestro di Campodonico, caposcuola della pittura fabrianese della prima metà del XIV secolo, ora esposti alla Galleria Nazionale di Urbino. Recentemente restaurata, è di proprietà del Comune di Fabriano. (1,2)
Al primo bivio si lascia il s.120 per prendere, sulla dx, il s.120A sulla carrareccia che passa i “Sodi” dove si trovano un altare ed una fonte. (3,4,5)
Seguire la strada di dx per risalire il Fosso delle Rotelle. Raggiunto il primo bivio si prosegue a sx. Il percorso ha subito un buon dislivello e conduce a dei punti panoramici da dove si domina la vallata di Campodonico. (6,7)
Superato il ghiaione si arriva, sempre in salita, a delle roccette che formano dei ripidi gradoni. Dopo i gradoni il sentiero porta ad un muretto a secco dove sopra si trova la Fonte Mazzi con abbeveratoio ed incrocio con il s.120B e poi allo stazzo C. Val di Mazzi. (8,9,10,11,12,13,14,15)
Si prosegue a sx dello stabile e dopo circa dieci metri voltare decisamente a dx su un ripido, ma breve pendio erboso per raggiungere i prati sommitali che si trovano nell’ampia sella tra Monte Pizzinetto di Mutola ed il Monte Pordinaldo. (16,17,18,19)
Raggiunto il segnavia del 120A si continua, sulla sx, per il s.120 con segnali ben evidenti su alberi e pietre che indicano di salire prima fin sotto la cima di Pizzinetto di Mutola poi, sempre a sx, in direzione dell’ondulata dorsale, b.120E, fino a raggiungere il M. Giuoco del Pallone. (20,21,22,23,24)
E’ così chiamato per la sua particolare forma che ricorda uno stadio di calcio. Percorrendo tutta la cresta si osserva la conformazione con avvallamenti.
Lo sguardo ora può spaziare su un notevole numero di monti: dal gruppo del Gemmo al S. Vicino, dalla Gola della Rossa allo Strega, dal Catria al Cucco, dai monti di Gualdo Tadino al Pennino, dall’Igno a Monte Primo con dietro la lunga catena dei Sibillini e molti altri all’orizzonte. In questo tratto prativo i segni sono pochi e quindi bisogna fare attenzione. (25,26,27)
Scendere un ripido pendio in direzione N e poi NO ad incontrare un paletto, ai limiti del bosco, con segnavia e freccia bidirezionale da seguire a sx su prato senza perdere quota fino ad incrociare un tracciato sempre più evidente e poi sentiero che scende curvando a dx verso il bosco. (28,29)
Dopo un breve tratto diventa una carrareccia che conduce alla Sella di Trofigno (Trofigno= tres Fines=tre confini) fino alla bella quercia isolata con a terra una colonna di cemento utilizzata per segnalare i sentieri: 120 che si sta percorrendo, 120B per C. Val di Mazzi, 120C per Lentino e 120E che gira nel versante Est intorno al M. Giuoco del Pallone. (30,31,32,33)
Scendere, su sterrata, ancora con il s.120 al rifugio di Trofigno, attualmente in ristrutturazione, poi ad un grande abbeveratoio lasciando la vecchia fonte sulla sx incassata nel fosso. (34,35,36,37)
Si continua a scendere costeggiando *per poche decine di metri* sulla destra *orografica di* un piccolo torrente che si presenta, sulla sinistra, con rocce coperte da “liane”.
*Quindi guadare il fiume ed imboccare un largo sentiero, lasciando il torrente, che perde quota, alla propria destra. Dopo pochi metri, al bivio, deviare a sinistra su un piccolo sentiero che dopo 200-300 metri* diventa poi una carrareccia fino ai Sodi e quindi, dopo il b.120A, al punto di partenza. (38,39,40,41,42,43,44)
*tra* correzioni del Febbraio 2024 grazie alla cortese segnalazione di Ernesto