Quale sia il luogo rappresentato nell’immagine non possiamo rivelarlo; possiamo solo dire che si trova nel comune di Fabriano, in zona soggetta a vincolo paesaggistico, che l’immagine rappresenta il risultato dei lavori di allargamento di una mulattiera di larghezza inferiore a 2 m. trasformata in una strada forestale larga, nel punto considerato, quasi 7 m, realizzata per il taglio boschivo attuato nell’area conclusosi verso la fine del 2016.
Le contrastanti esigenze delle pratiche selvicolturali e della tutela del paesaggio connesse all’allargamento di una strada forestale dovrebbero essere valutate e trovare un punto di equilibrio all’interno dell’iter autorizzativo che in questi casi prevede l’autorizzazione dell’Unione Montana per l’aspetto forestale e l’autorizzazione del Comune per l’aspetto urbanistico e paesaggistico.
Ma non sempre è così. Si può procedere anche nel seguente modo.
- Si tenta di far passare l’allargamento della strada per un intervento di manutenzione o poco più affermando, nel progetto dei lavori, che la strada in questione, nel passato era larga circa di 2,5 – 3 m e che “…si è ristretta nel tempo a causa del terriccio caduto dalla scarpata a monte…” e che quindi sono necessari lavori di ripristino per riportarla alla larghezza di 2,5 m, togliendo il terriccio “…con trattore munito di pala e se necessario con l’ausilio di un piccolo escavatore”.
- Alla Unione Montana si comunica che nell’ambito del taglio boschivo saranno effettuati lavori di ripulitura della pista esistente che sono autorizzati dall’Ente purché avvengano “…mediante il taglio della vegetazione che ostacola il passaggio degli automezzi, senza causare movimenti di terreno…”.
- Nel progetto si afferma che per i lavori della strada si presenterà al Comune una comunicazione di attività di edilizia libera, appropriata per un intervento di manutenzione, un po’ meno per l’allargamento di una strada; ma in Comune non c’è traccia di alcuna comunicazione o richiesta di altro titolo abilitativo.
- Si procede, privi di qualunque autorizzazione, all’allargamento della strada da 2 m fino ad una larghezza media di circa 3,5 m con operazioni di scavo che interessano la scarpata a monte asportando il materiale roccioso (non solo il terriccio) e riversandolo sulla scarpata a valle dove è tuttora visibile. Dove la strada attraversa una zona ricoperta da detrito di falda, si porta la larghezza della stessa fino a quasi 7 m, ben oltre il limite di 2,5 m stabilito dalle norme del PRG e previsto in progetto, producendo una scarpata verticale di circa 3 m di altezza. Tutto ciò, evidentemente, confidando di non essere soggetti al controllo dei Carabinieri Forestali che ricevono in copia l’autorizzazione dell’Unione Montana e con essa l’incarico di controllare i lavori del cantiere forestale.
Nella vicenda sono ravvisabili evidenti reati penali che se accertati potrebbero comportare conseguenze gravi per l’impresa forestale e per i proprietari del terreno. Vorremmo evitarle, pertanto non forniamo indicazioni più dettagliate circa il luogo in cui si sono svolti i fatti. Ci limitiamo a far notare come in questo caso, il sistema posto a tutela del paesaggio, fatto di norme, autorizzazioni, controlli, sia stato facilmente eluso. Vorremmo credere che si tratti di un caso isolato. Gli Enti citati potranno fornire rassicurazioni in tal senso?