Per fornire ai soci ed a quanti siano interessati, spunti di riflessione, stiamo riorganizzando la documentazione raccolta nel tempo. La pubblicheremo a breve.
Come anticipo, il breve video illustra la vicenda, per certi aspetti stupefacente, della realizzazione della via crucis. Da non perdere
keywords: valdisasso, progetto vito, SVIM, marketing territoriale
Perplessità. E’ quanto la nostra associazione ha già espresso tempo fà alla notizia del progetto di ristrutturazione dell’eremo di Val di Sasso. Ritenevamo infatti che soltanto un vero intervento di restauro fosse compatibile con le peculiarità ambientali e paesaggistiche dell’area.
Le cose sono andate diversamente. Gli interventi che si sono succeduti hanno reso la valle meno attrattiva per il tipo di turismo più adatto a questi ambienti, quello escursionistico e naturalistico.
Ci riferiamo ai parcheggi a monte dell’eremo con la relativa strada di accesso per la cui realizzazione sono stati cancellati il prato ed il sentiero preesistente (finanziamento con fondi europei del Docup Obiettivo Due – anni 2000/2006); i parcheggi sono accessibili solo percorrendo una strada con divieto di circolazione!
Ci riferiamo al nuovo convento, in cemento armato e laterizi con rivestimento in pietra, che sta sorgendo a fianco della porzione di eremo esistente con un aumento della superficie utile superiore a 1000 mq finanziato con fondi europei per circa € 4.400.000 (fondi Fas 2007/2013 ).
Ci riferiamo alle quattordici colonne in muratura edificate nella parte più pregiata del bosco per realizzare la via crucis (finanziamento europeo di € 200.000 – progetto Vito).
Ora la lettura dell’articolo apparso sul numero 5/2014 de L’Azione dovrebbe almeno in parte rassicurarci. Il testo, corredato di un approfondimento con annessa valutazione positiva del progetto da parte di una associazione cittadina, descrive con toni idilliaci come sarà la val di Sasso al termine dell’opera: “… nulla della semplicità conosciuta del sito andrà perduta.. no parcheggi, no stramberie turistiche..”, proprio un bel quadro che rappresenta la valle così come piace a noi: con il suo eremo che tale rimane (seppure oggetto di un ampliamento insensato) a cui pertanto non saranno attribuite funzioni improprie e con il divieto di circolazione da tempo presente all’inizio della strada di accesso, giustificato da esigenze di tutela ambientale come indica il riferimento alla legge regionale 52/74 riportato sotto il segnale.
Ma viene il dubbio che l’estensore dell’articolo, distratto dalla suggestioni poetiche che ispirano il testo abbia dimenticato di illustrare aspetti del progetto più prosaici.
Che fine hanno fatto il “…centro polifunzionale attrezzato in un’ottica di più ampia governance del territorio…” vagheggiato nel comunicato stampa con cui la Regione ha presentato il progetto preliminare?
E l’auditorium da 99 posti definito nella relazione del progetto definitivo “punta di diamante delle strutture convegnistiche marchigiane”?
E soprattutto i 70 posti auto previsti intorno all’eremo, parte nei parcheggi esistenti e parte nell’attuale area di cantiere, tutti comunque nel cuore della zona di protezione naturalistica (zone SIC e ZPS)?